Il mio ultimo giorno a Macao ho fatto i bagagli il mattino presto e deciso che prima di partire mi sarei concessa una colazione tipica in città. E’ proprio vero che nelle vie e nelle zone meno turistiche si nasconde non solo il cibo più autentico, ma anche quello più economico.
Entro in un bar dove siede quasi solo clientela anziana del luogo, sembra promettere bene. Mi siedo e subito mi fanno avere un menù in inglese. Vedo che oltre a varie misture di tè e latte, il cibo offerto è praticamente solo salato. Distinguo una specie di sandwich che avevo già provato e mi era piaciuto, così ne ordino una variante un po’ diversa.
Quello che mi arriva è un piatto con un paio di mezze fette di pane tostato, un uovo al tegamino e una braciolina di maiale. Il mio cervello, pur dopo un anno di training, mi fa notare che, vada l’uovo, ma la braciola a colazione è proprio una botta di vita. Il mio stomaco lo manda a farsi friggere, col risultato che la colazione mi ha riempito e gustato un sacco.
Prima di partire per la Cina, ricordo come una delle mie preoccupazioni ricorrenti fosse il mangiare. Ancora più del cibo piccante (avevo già iniziato ad “allenare” il palato mangiando cose piccanti di quando in quando, anche se con risultati non propriamente soddisfacenti), mi spaventava l’idea di dover cambiare a tal punto le mie abitudini alimentari da mandare all’aria i miei preconcetti di colazione, pranzo e cena. Avevo sentito dire che la colazione cinese fosse salata e la cosa non mi garbava. Non avevo idea della varietà e quantità di cibo (ovviamente anche internazionale, e perché no pure dolce) che si può trovare in Cina, e ormai ovunque nel mondo!
Lungi dal voler essere un elogio della globalizzazione, ciò vuol semplicemente provare che è tutta una questione di CONTESTO. Solo trovandosi in una determinata situazione ci si rende conto delle possibilità che uno effettivamente può avere. In Italia, non conoscendo il contesto cinese, mai avrei immaginato di trovare qualcosa (e così tante cose) di mio gusto nella cucina autoctona, tanto da non percepire come uno sforzo il necessario cambio di abitudini.
Allo stesso modo capisco ora la reazione di chi, sentendo parlare del cibo strano che trangugio e delle mie neo-acquisite abitudini alimentari, si meraviglia e trova la cosa incredibile, se non magari infattibile. Non preoccupatevi, perché non sono qui a cercare di convincervi di quanto sia bello mangiare carne a colazione, invitarvi a sovvertire la vostra dieta e a “fare come ho fatto io”, bensì a spiegarvi come le nostre abitudini (anche alimentari) raccontino molto di noi e del nostro modo di essere.
In un anno, fino ad ora, mi è capitato di mangiare le cose più strane a colazione. Prendo questo pasto come riferimento, perché lo trovo esemplificativo della cultura italiana: solo noi abbiamo in testa così forte l’immagine di cornetto e cappuccino la mattina. Al di là di ciò che poi ognuno preferisce per sé, della colazione all’italiana fa parte possibilmente qualcosa di dolce da mangiare, nonché bevande varie salvo l’acqua.
Le caffetterie e i bar, come siamo abituati a concepirli, non si trovano ad ogni angolo all’estero. In Cina ad esempio è molto più di consuetudine bere tè, latte di soia o zuppe, ma non caffè. Tra i miei ricordi di colazioni memorabili (e badate, tutte buonissime) annovero soprattutto quelle salate: ho mangiato carne di agnello, frittura di pesce, tofu cucinato in vari modi, ravioli al vapore o fritti, spaghetti con le verdure, riso al cocco, pastellette fritte, verdure di vario tipo e bevuto zuppe, tè non proprio dolci e acqua calda.
La morale di questa storia: fatela voi, io racconto per far conoscere ciò che sperimento e riderci anche su. Ma su una cosa voglio essere presa sul serio, e cioè quando dico che noi italiani, alle volte, mangiamo più con la testa che con lo stomaco. Ripeto che questo non è sermone per far convertire nessuno: come ho già detto è difficile immedesimarsi in circostanze così particolari, finché si vive in un contesto che non richiede l’adattamento che ad esempio ho passato io.
“Comunque – dice tra parentesi il mio stomachino – se la roba che mi arriva a colazione è la stessa che potrebbe venire per pranzo o per cena, io per quello non ho problemi di orario”.
P.s.: la braciola credo sia stata un fail mio. Finito di mangiare mi sono accorta che tutti intorno a me facevano colazione con solo un bicchiere di tè al latte. Poco male.