I limiti delle persone comuni

“Cavoli, che coraggio hai avuto a partire! Io non ce l’avrei mai fatta!”

Questa è la comune reazione della gente quando racconto di aver passato gli ultimi due anni della mia vita all’estero, essendomi stabilita prima in Germania e avendo poi da lì viaggiato fino in Cina. Sapete cosa vi dico? Neanche io l’avrei probabilmente mai fatto, se non fossi stata così pazza da mettermi di proposito nella situazione di dover partire.

Ho idea che la gente pensi che chi viaggia, specie se in solitaria, debba per forza essere un superuomo. Quante volte mi sento dire: “Che coraggio hai avuto a partire un anno, io al tuo posto non me la sentirei”. Infatti è stata una scelta mia personale, nessuno si aspetta che tu faccia lo stesso. Ognuno è responsabile del proprio percorso. Ovviamente tutti abbiamo desideri reconditi, che magari ci assalgono nel sentire esperienze altrui, o nel vedere foto di gente che vive qualcosa che troviamo allettante e che ci augureremmo di poter fare anche noi.

Se è quello ciò che volete, adoperatevi per averlo. Oppure diciamocelo, state accampando scuse: l’età, il lavoro, la mancanza di tempo, i soldi, la famiglia o una relazione. Bene: metteteli sull’ago della bilancia e soppesateli. Il punto è: siete proprio voi a dover decidere in che direzione proseguire il cammino, voi siete i soli responsabili delle vostre scelte. E questo significa che sempre voi siete l’unico limite a voi stessi, a ciò che potete fare e a quello che potete o vorreste diventare.

“Io non mi attenterei mai a partire da sola, poi per un posto così lontano!”

Molti commenti del genere mi sono arrivati guardacaso da ragazze: direte voi, chiaro, nessuna ragazza è al sicuro andandosene in giro per il mondo da sola. Vi smentirò, non solo dicendovi che è possibile e piacevole, ma anche che è sicuro oltre ogni vostra aspettativa (con i dovuti accorgimenti ovviamente). Certo aiuta il conoscere la differenza tra avventura e avventatezza, tra prudenza e paranoia, tra credenze e abitudini di una cultura e pregiudizi verso di essa. Un bel libro su come si possa viaggiare da soli lo trovate qui 🙂

Ma ora non stiamo parlando solo di questo. Quando ho lasciato l’Italia due anni or sono, non sono partita col fine primo di viaggiare, ma è stato un caso che sia riuscita a portare avanti questa mia passione non più tanto come turista, ma facendone quasi uno stile di vita.  Quando ho realizzato che potevo, mi sono voluta dare un’opportunità per farlo e crearmi le occasioni per continuare a viaggiare, scoprire, crescere.

Circa tre anni fa avevo in mano una laurea triennale, un pezzo di carta carino ma scomodo, che non mi ha procurato esperienze lavorative nè redditizie, nè tantomeno soddisfacenti.  Da qui ho sentito che dovevo muovermi, provare a dare una chance in più al mio futuro e tentare una specialistica all’estero: la scelta è caduta sulla Germania, data la mia predilezione per la lingua tedesca e la familiarità che avevo già allora per le dinamiche di vita nel paese.

Trasferirmi da sola prima in un paese europeo, poi in un nuovo continente, e lì entrare in simbiosi con una cultura, quella cinese, di cui prima di partire si può dire non conoscessi un fico secco: tutti questi non sono stati ostacoli, ma solo tappe. La scelta di ogni percorso è costellata di punti critici, che sono però tali solo se guardati in prospettiva: in realtà sono piccoli traguardi, che una volta superati danno sicurezza e strumenti per proseguire il cammino un po’ più consapevoli e con la mente più aperta.

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Lantau Island, Hongkong

Un obiettivo, come può essere ciò che intendiamo fare nella vita, non si raggiunge in un battibaleno, ma richiede costanza e dedizione. Il mio era originariamente quello di continuare nello studio delle lingue, da usare come un jolly per la mia carriera futura, non avendo ancora visualizzato che tipo di percorso lavorativo avrei voluto intraprendere nello specifico. Che avessi già idea di dove sarei arrivata con tutto ciò? Assolutamente nada. Se mi ci sarei vista a scrivere su Internet dei miei pensieri e delle mie avventure (quali poi)? Men che meno.

Il bello dello sbilanciarsi facendo una scelta in favore di noi e dei nostri reali desideri è il potenziale di novità che mettiamo in campo. Superando un limite che ci frenava ci proiettiamo in una zona ignota, il cui confine non abbiamo osato valicare prima. Nel fare ciò diamo anche più ampio terreno di gioco alla nostra vena creativa (che si chiama in altri termini anche spirito di sopravvivenza 😉 ), proprio perchè ci aiuti a gestire quella realtà che prima non conoscevamo e che abbiamo scelto come nostra strada verso un futuro auspicabile.

Non siete sicuri? Non sapete se il gioco vale la candela o avete paura che la prospettiva che vi attrae non faccia per voi? Legittimo, ma pensate a questo. Credete davvero di poter avere più tempo, soldi e possibilità in avvenire? Se aspettate e basta, quel momento non arriverà mai. Per capire se qualcosa fa al caso vostro, dovete provarlo sulla vostra pelle. Procrastinare significa spesso relegare un sogno in un angolo con buoni propositi, per dissotterrarlo quando forse sarà già tardi per farne qualcosa.

Non credete che io sia arrivata, nè che abbia già realizzato ciò che mi ero preposta: innanzitutto sta a voi scoprire cosa volete davvero fare del vostro tempo e della vostra vita, e con questo non intendo gli impegni che avete in settimana o dove andare nel weekend. Come vi vedete tra un mese o un anno? Dove vorreste essere e cosa pensate ne sarà di voi? Se la risposta è che non lo sapete o che non potete saperlo, ricordatevi comunque che il vostro limite siete voi stessi e che la realizzazione dei vostri sogni, l’attualizzazione delle vostre idee e l’adempiersi dei vostri progetti non dipende da altri che da voi. Mettetevici davanti a quel bivio e abbiate il coraggio di scegliere per voi stessi.

Parafrasando Goffman, la vita è trovarsi sul filo del rasoio, tutto il resto è attesa.

Author: Fiorella

Poliglotta e viaggiatrice improvvisata. Ho vissuto in Germania, Cina e Costa Rica. In questo blog racconto della mia vita a contatto con la cultura dei paesi in cui vivo, delle mie riflessioni ed avventure quotidiane e delle mie esperienze di viaggi.

2 Replies to “I limiti delle persone comuni

  1. Lusingata, ma non voglio togliere nulla al mondo maschile 🙂 Credo comunque che le donne debbano ancora lottare con alcune barriere di genere prima che la società si arrenda finalmente all’evidenza che anche noi siamo in grado di poter viaggiare da sole e in sicurezza!
    Grazie mille per i tuoi commenti, apprezzo molto il fatto che tu sia un lettore così appassionato 😉
    Ricambierò presto!

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