Come cambiano le amicizie viaggiando

Di recente un amico mi ha scritto: “Secondo me dovunque ti trovi è proprio il posto che fa al caso tuo in questo momento. Quindi sono felice di sentire che sai dove vuoi essere.”

Stasera, sulla scia dei ricordi di un viaggio avvenuto un anno fa, finalmente ho deciso di scrivere di come siano cambiati i miei rapporti di amicizia da quando ho iniziato a viaggiare per lunghi periodi.

aereo + palma1

Ogni trasferimento porta con sè un mondo nuovo: sono partita tante volte e ho lasciato passare diversi mesi tra un rientro e l’altro, fino ad essere rimasta via un anno intero durante la mia permanenza in Cina. Non posso parlare dal punto di vista di una vera expat, perchè il mio proposito è sempre stato quello di trasferirmi all’estero a scadenza, con la prospettiva di fare tappa in Italia a seguito di periodi più o meno lunghi. Anche se dopo ogni rientro non è passato molto prima che programmassi una nuova partenza.

Non solo mollare le cime e spostarsi altrove, ma più che mai i primi tempi fuori dal nostro habitat sono impegnativi: nuove abitudini e talvolta uno stile di vita che dobbiamo imparare a farci stare addosso, in un ambiente che talvolta ci impone di adattarci a nuovi schemi per viverlo, mentre cerchiamo di riprendere o ricreare una rete di relazioni di cui a casa facevamo naturalmente parte, ma le cui maglie si allargano inevitabilmente quando noi ce ne sradichiamo.

fiori+binari

Spesso l’abbandonare fisicamente un luogo si traduce nel tagliare i rapporti con molte delle persone che hanno fatto parte della nostra vita fino a quel momento: perchè chi resta il più delle volte non si rende conto di come sia vivere dall’altra parte. E’ indubbio che il viaggio cambi le persone e che le circostanze che ci troviamo ad affrontare lontano da casa ci plasmino, facendoci superare paure recondite, aiutandoci a conoscerci meglio e a vedere il nostro mondo in prospettiva, spesso spronandoci a diventare persone migliori.

Perciò chi parte presto o tardi si rende conto che viaggiare a lungo termine mette davanti ad una scelta. Non tutti sono in grado di considerare i viaggiatori come ancora facenti parte della propria rete di relazioni mentre sono via, pur non mancando di riaccoglierli calorosamente quando tornano a fare la loro comparsa in terra natia. E la parentesi estera? Una vacanza?

E’ dura vedere quanto il tessuto dei propri contatti si assottigli appena uno mette piede all’estero, ma la triste realtà della lontananza e momentanea dimenticanza della nostra esistenza da parte di alcuni non manca di avere i suoi lati positivi. In circostanze difficili sono le relazioni profonde che persistono: in un paese in cui, specie i primi tempi, non hai nessuno con cui tu sia in grado di esprimerti, che capisca la tua lingua o con cui non senti di poterti confidare, le persone che valgono sono quelle su cui puoi ancora contare che stiano pazientemente attaccate all’altro capo del telefono a sentirti lagnare, o che ti chiedano come va senza per forza avere bisogno di te, ma perchè notano la tua assenza.

Qualcuno potrebbe replicare: ma vale davvero la pena partire, se a farlo ci si rimette così tanto? Vi dirò,se da un lato il distacco e la presa di coscienza del nostro “essere rimpiazzabili” inizialmente può far male, dall’altro pian piano entriamo nell’ottica dell’accettare che ognuno abbia scelto e vada per la propria strada. E credetemi, prima ce ne rendiamo conto, meglio è per noi. Inutile ancorarsi a chi si disinteressa per la vita che facciamo all’estero, questa gente col tempo finirà col non conoscere la persona che siamo diventati.

“Una persona amica di tutti non è amica di nessuno” (Proverbio cinese)

Il punto è che i treni della vita si prendono al volo, non si aspettano. Se avete l’occasione di fare un’esperienza all’estero non fatevi frenare dalla paura di perdere le amicizie o le relazioni cui siete legati. Consideratelo piuttosto un banco di prova per la qualità dei vostri rapporti. Ho un’amica che prima di sposarsi è voluta partire per un semestre di Erasmus per capire se con il suo ragazzo sarebbero stati in grado di gestire la loro relazione nonostante le difficoltà del soggiorno all’estero. Ora sono sposati e hanno una bimba 🙂

Il discorso vale anche per i rapporti con le persone conosciute all’estero. A quattro anni dalla fine del mio Erasmus posso ancora annoverare un certo numero di contatti nella mia cerchia di amici, persone con cui non solo ho ancora un sincero legame, ma che ho effettivamente trovato modo di rivedere nonostante le distanze e gli impegni di vita di entrambe le parti. Perchè un amico lo è  anche se sono più le volte che vi vedete su skype che di persona, perchè è pur sempre lì a dedicarvi il suo tempo e perchè in genere quando si trova il modo di rincontrarsi il tempo speso insieme è sempre di qualità 😉

Non saprete mai per che lande vi porterá il treno che prenderete (perchè vi auguro di trovare il coraggio di prenderlo quando passerà), ma se c’é una cosa che posso garantirvi dopo tanto girovagare é che se il legame é vivo, i mezzi per ricongiurgersi si trovano e che un incontro, anche a distanza di anni, puó ravvivare i buoni rapporti. Questo é il corso della vita e non serve avere paura del distacco: è un fattore naturale della crescita personale di ognuno e non dobbiamo sconvolgerci se arriverá il momento di lasciare andare qualcuno.

In fondo, quando non si vede una persona da molto la lontananza assume una dimensione diversa, più gestibile e in qualche modo diventa sempre più relativa. Se essere lontani significa non avere qualcuno di fiducia dietro l’angolo disposto a confortarci o sentire la mancanza di chi non possiamo raggiungere, credo di avere imparato una cosa: viaggiando si diventa consapevoli che il mondo è grande e che le distanze a volte sì allontanano, ma il più delle volte ne sarà valso comunque la pena.

E poi nel mentre, il mondo, abbiamo anche imparato ad attraversarlo.

Author: Fiorella

Poliglotta e viaggiatrice improvvisata. Ho vissuto in Germania, Cina e Costa Rica. In questo blog racconto della mia vita a contatto con la cultura dei paesi in cui vivo, delle mie riflessioni ed avventure quotidiane e delle mie esperienze di viaggi.

2 Replies to “Come cambiano le amicizie viaggiando

  1. Che bel post 🙂
    Trovo che tutto ciò che hai scritto sia davvero molto vero. Le distanze spesso creano grandi vuoti tra le persone e come dici tu, quelle “parentesi” che vengono a crearsi nei rapporti a volte non potrenno mai essere dimenticate e colmate. Ma è anche vero che la distanza insegna moltissimo sulle relazioni e sulle amicizie.
    Da quando ho 17 anni sono una professionista nel “perdere amici” per colpa dei viaggi. Prima uno scambio scolastico di 6 mesi in Australia, poi un anno sabbatico in Asia ed Australia, mentre i miei ex compagni iniziavano l’università a Milano, poi la scelta di andare all’università a Bologna, non a Milano come tutti gli altri, poi la partenza per il viaggio che mi sta facendo scoprire il mondo da oltre un anno… una lunga lista di esperienze meravigliose che rifarei subito e che mi hanno insegnato tanto, ma che mi hanno fatto perdere molto a casa. Me ne pento? No. Ma a volte mi fermo a pensarci e non posso fare altro che provare amarezza.
    Una cosa che ho imparato? Le amicizie che durano più a lungo sono quelle nate in viaggio, con persone altrettanto nomadi.

    1. Non ho parlato molto delle amicizie “nomadi”, ma anche per me hanno un grosso valore 🙂 Anch’io trovo sia amaro vedere come determinati rapporti scemino, pur essendo io ancora legata a certe persone, ma semplicemente mentre noi viaggiamo, le cose per loro non cambiano mai. E purtroppo neanche si accorgono di come cambiamo noi: e la cosa più triste è che forse nemmeno interessa loro, perchè non se ne rendono conto.
      E’ amaro sì, ma di per contro guadagnare amici di calibro diverso in molti angoli del globo arricchisce tantissimo. E’ dura, ma sono scelte di vita con cui dobbiamo venire a patti.

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